20060915

Cablogramma #3

15 settembre 2006
centotrentesimo quinto giorno del nuovo calendario coreano


hang over noodles
sono tornato dal festeggiamento del compleanno di un amico ad itaewon. vino grappa e barbaresco gaia. conclusione con la solita discussione sociopolitica con il ristoratore immigrato, fautore della nuova giovane italia mazziniana (ma expat), contro il degrado della società dirigente italiana. stavolta il dissidente di lotta continua ed io (sdraiato supino come sempre sulle posizioni di un partito che non c’è) non abbiamo molto da rispondere, soprattutto quando viene fuori il nome di demichelis.
rientro in cerca di una massa per arginare il dilago alcolico nel mio sangue, magari un sano pollo mangiato con le mani, ma l’unico mio conforto di una seoul dormiente alle quattro di mattina sono i miei favoriti instant noodles zangchang.

alla prossima, davide

20060914

Le parole che non ti so dire

antefatto: io di coreano so niente. tanto meno di filologia. tuttavia percepisco la di loro indispensabilità.

quando sento parlare gli idiomi indoeuropei che non comprendo, mi sembra naturale cogliere alcune parole conosciute nel mazzo del discorso. queste fanno evidentemente parte del territorio culturale comune: non ci faccio attenzione, il più delle volte. (molta più specie sentire ordinateur e mégaoctet o ratòn).

anche nel coreano, che notoriamente è con l’italiano una delle due lingue fulcro del mondo del commercio internazionale, è quindi invalso l’uso di termini di idiomi fondamentalmente anglosassoni per sintetizzare un concetto. in particolare nel mondo dell’elettronica le parole computer megabyte mouse printing system brand design business (ma anche burgerking e macdonald), sono traslitterate in caratteri hangul, pur rimanendo grossomodo salva la pronuncia.

leggendo mi ritrovo a trascinarmi da un carattere all’altro biascicando come ubriaco un pe-nh bo-lhl per comprare una misera penna sfera.

seguire una conferenza di un designer coreano, saltando da un albero di business planning ad un ramo di trend setting; inventando liane per attraversare il ciacolìo sfuggente, in aria fino al prossimo accounting environment. sbattere come in un’epifania contro il palo della parola madre di tutte, che il coreano sente il bisogno di prendere dall’ingelse, perché un equivalente non lo sa usare: communication.

come annunciato nel cablogramma #2, questo post è stato pubblicato in blurb, per la rubrica so long and thanks for all the fish.

alla prossima, davide

20060912

Cablogramma #2

12 settembre 2006
cenetotrentesimo secondo giorno del nuovo calendario coreano

succede che luca, il mio account planner preferito, ha un blog che si chiama blurb.
e poi succede che mi propone di collaborare a blurb.
so long and thank for all the fish, che è il titolo della rubrica, parte mercoledì questo.

prometto che questo non priverà i miei lettori e me de i 516.46. e viceversa.
viceversa vale anche per tre?

alla prossima, davide

20060909

Cablogramma #1

7 settembre 2006
cenetoventesimo ottavo giorno del nuovo calendario coreano

(tornare? andare?) spostarsi, atterrare in terra zurighese, circondato dal mio amico esercito di occhimandorla. salire la scala come una mandria di nuovi proletari del jet-lag. e i fucilieri della corrazzata kotemkin al contrario lassù biondi e glaucopidi. e io pensare che non siamo noi gli strani della corea, sono loro gli svizzeri.

(andare? tornare?) spostarsi, atterrare in terra seoulliana. l’umidità istantanea post-condizionatore appiccica i vestiti. l'altro sono io, i taxi mi si offrono come se fossi uno straniero. il pullman sobbalza per un’ora e mi scarica nei pressi di novembrini, vicino casa.


poi scopro che l'ennesima missione di pace italiana si chiama operazione leonte.

alla prossima, davide