67 febbraio 2006
quarantesimoquinto giorno del nuovo calendario coreano
in corea ci sono i muri. intendo muri muri. e quindi i muri di mattoni di pietre di filo spinato; i muri di vetro. i muri che sono un salto in alto o quelli che sono un salto in basso. poi ci sono i muri che sono le frontiere. e quindi i muri a nord che si stanno piano piano sbriciolando da soli, i muri a oriente che sono stati sbriciolati da tempo e da altri, i muri verso occidente che sono pieni di buchi per vederci attraverso. poi ci sono i muri culturali. e tutti li provano a scavalcare, e in questo è bello l’ambiente che mi sembra di vivere, dove io tento di mangiare con le bacchette e loro mi chiedono di andare a mangiare la pizza. c’è da chiedersi cosa succederà quando, finito di scavalcare ognuno il proprio muro, ci si ritroverà ciascuno nel terreno che era dell’altro.
tanto tempo fa andavo per la prima volta a londra, con paolo. roba di quindici anni fa. e lì sugli autobus c’erano delle frasi che un po’ dicevano di pagare il biglietto (se un uomo in questo autobus fosse colto nel non pagare il biglietto, lo guarderesti in faccia?), un po’ facevano la pubblicità al film su jim morrison e i doors: ci sono cose known e cose unknown. in mezzo ci sono le doors (grazie paolo). in corea ci sono anche i buchi.
questo è uno di quei tipici negozi coreani in cui quando entri ti guardano come se arrivassi dall’altra parte del mondo e che in conseguenza di ciò ti trattano. mi dà l’idea comunque che trattino con gentilezza anche gli autoctoni. è anche uno di quei negozi coreani che ce ne erano tanti anche in italia, dentro c’è un vecchino o una vecchina e puoi comprare quello che desideri: dal cucchiaio all’automobile alle sigarette al salame al burro a un bicchiere di vino a una partita di carte sotto la pergola (lo so che in italia ce ne sono ancora, magari nei paesi magari a cantoira magari drappero).
questo è invece il cortile che sta a fianco di IDAS, che come ormai saprete tutti è la scuola dove mi occorre di insegnare. alla sinistra l’ingresso al palazzo (intravvedete postmodernismi decorativi della finestra della scala), alla destra il laboratorio modelli. al centro del cortile due panchine in stile internazionale, una serie di stentanti primavere, la moto di uno degli studenti.
avvicinandovi apprezzate il modello di motociclo (una sorta di riproduzione di chopper giapponesi, che a loro volta riproducono con sguardo sottile il mito oltreoceanico delle traversate transcontinentali). gli spazi angusti e risicati dove si prepara l’esplosione della natura. le tettoie, insieme sempre troppo lunghe e sempre troppo corte per coprire gli spazi tra un palazzo e un muro. e appunto il muro di confine dello striminzito cortile. fa capolino da dietro il sipario di cerata blu una sedia di plastica bianca.
ma immaginate di avvicinarvi ancora, di percorrere lo stentato sentiero di terra battuta e di salire sulla sedia. siate ormai con il volto all’altezza di uno dei buchi coreani, stretto tra una tettoia e un muro di pietra. e allora suonate il campanello che sta sullo stipite. dopo poco la voce di una vecchina o di un vecchino dirà qualcosa che non capite. non badateci; voi chiedete quello che desiderate.
l’unico altro modo che mi viene in mente per vedere realizzati i sogni sognando che si realizzino è votare.
alla prossima, davide
sgaepwy
10 comments:
una elegante cortometraggio da cinema sacher, dove un unica inquadratura di 3 ore, con un breve stacco sul fronte del negoziuccio, si muove in zoom verso un pertugio ed un campanello dei desideri.
memorabile la scena in cui l'assenza del compratore di sogni denincia la confusione sulle necessita' primarie, un campanello d'allarme verso una scelta capitalistica del sud e un'inno alla volgia di autodeterminarsi del continentale attraverso il Kospi (che equivale al CAC di parigi).
pertugi simili scavati da nordcorea verso il ROK sotto la dmz sono ora visitabili a pagamento dal ROK e i rolling stone possono suonare in cina.
Another hole in the wall.
da dire inoltre che la maggior esportazione di tal buco ad idas e' tabacco ed e' tradizione dai tempi di ernesto spicciolato (ora a Hong KOng) che si tramanda con tanto di dimotrazione aquisto.
sempre bello questo blogblog
viva capirossi detto anche capiprontoo?
mmmm
anch'io "viva radio due" addicted!
io ho votato. l'ho fatto, l'ho fatto, l'ho fatto.
e tutto tra l'ilarità della gente.
da responsabile papa che guarda il prox. mondo in cui far nascere "il" prole...
sono andato a votare.
Tra falce e martello sono anche riuscito ad accompagnare:
mia moglie
il papà
la mamma
la sorella
i sotto maior
ANSA del giorno:
Berlusca obbietta:
"votazione irregolare!!! l'ulivo ha violato la par-condicio!!!
Non si può votare il giorno delle palme!!!"
sembrerebbe tutto perso. tutti lì a parlare di nuove elezioni a novembre
Ansa: 15.54
Bernardo Provenzano dichiara: sono tornato, rischiando la cattura, per votare; ma non è servito!
(è di paolo..)
Beppe Grillo il 11.04.06 14:25
C’è chi si è sentito come dopo le Torri Gemelle.
C’è chi si è svegliato ogni mezz’ora per guardare i risultati.
C’è chi non voleva svegliarsi.
C’è chi non ci voleva credere.
C’è chi era giù come dopo le finali di coppa del mondo con il Brasile del 1994 e del 1970.
C’è chi ha preso il sonnifero per dormire.
C’è chi non si è più trattenuto e ha gridato forte, nella notte: “Forza Italia, quella vera!”.
C’è chi ha guardato il suo bambino e ha pianto.
C’è chi si è vergognato di essere italiano.
C’è chi si è vergognato per gli italiani.
C’è chi ha deciso di iscriversi anche lui alla mafia.
C’è chi ha pensato ai brogli e poi è andato a letto.
C’è chi voleva spaccare tutto.
C’è chi aveva rinnovato il passaporto e le valigie pronte.
C’è chi era sicuro della Campania.
C’è chi ha pregato.
C’è chi ha sperato negli italiani all’estero.
C’è chi si è stancato di sperare.
C’è chi si è sentito spaccato in due, come l’Italia.
C’è chi si è sentito già in Argentina.
C’è chi ha creduto di non pagare più l’Ici e le tasse sui rifiuti.
C’è chi ha pensato: “Adesso basta lo dico io!”.
C’è chi ha prenotato un volo low cost per un posto lontano.
C’è chi ha guardato dal suo letto il soffitto e ha deciso di non mollare, mai.
Suggestivo come sempre...
I sogni, tuttavia, restano tali e non si realizzano mai...
la sinistra (Prodi) ha vinto!
e oggi sui giornali..
Dailama, ops Dalema e
Berlinguer, ops Bertinotti
litigano per la poltrona della camera!
ho rimosso il post di giuseppe in quanto non originale. lo spam lo fate a casa vostra e non a casa del vostro fratello.
;)
ecco la censura della sinistra radicale, che manda gli intellettuali in piazza e poi elimina le compromettenti prove prodotte dai propri parenti!!!!
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